lunedì 27 agosto 2007

Quando si fa ritorno...

...Fa uno strano effetto notare che tutto è come prima.
Tu sei cambiato, maturato sotto qualche aspetto, pronto a cogliere differenze rispetto a prima ed in un certo senso ansioso di farlo, come a mettere alla prova "ciò che hai di nuovo".
Eppure nulla è cambiato, tutto esattamente come prima.

Alcuni in genere ci fanno affidamento, su una cosa del genere: in fin dei conti è confortante sapere che la maggior parte delle cose rimane uguale, dalle piccole alle grandi... personalmente tendo ad annoiarmi e a rompermi le ba**e nel non constatare la benchè minima differenza nella funzione monotòna della vita.


Perchè la maggior parte delle persone ha paura del cambiamento? Mi viene in mente una storiella Zen, con cui lascerò i miei lettori in questo post.
(Il racconto è il medesimo, le parole no: lo racconto ricordando ciò che mi è rimasto impresso nella memoria e nella mente)


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In un piccolo paesino viveva un monaco virtuoso, rispettato e indicato da tutti come un uomo saggio e onorevole, nonostante a lui non importasse molto di essere chiamato tale.
Accanto alla sua abitazione viveva una famiglia, la cui figlia rimase incinta. I genitori della ragazza la interrogarono a lungo su chi fosse il padre, e lei dopo un po' disse che si trattava proprio del monaco.
I genitori, infuriati, presero il bambino e andarono dal monaco, accusandolo per ciò che aveva fatto, e consegnandogli il piccolo, di cui avrebbe dovuto prendersi cura.

"Ah, sì?", fu tutto ciò che il monaco disse.
Prese dunque con sè il bambino, procurandosi tutto ciò di cui questi aveva bisogno. La reputazione del monaco crollò, ma a lui non importava.

Dopo un anno, la ragazza non resistette più, e in lacrime confessò ai genitori che il vero padre del bambino non era il monaco, bensì il figlio del macellaio.

I genitori, profondamente dispiaciuti, andarono dal monaco chiedendogli perdono e raccontandogli come fossero andate le cose.

"Ah, sì?", rispose il monaco.

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