giovedì 29 aprile 2010

Meraviglia

Stamattina, camminando, mi sono soffermato un istante. Mentre una leggera e delicata brezza mi abbracciava e cullava le foglie degli alberi e i fili d'erba, mi sono fermato un attimo a guardare proprio questi ultimi.
Una realizzazione mi ha colpito, non solo intaccando la mia coscienza piu' esterna, ma raggiungendo piu' in profondita'.

Quanto e' meravigliosa la complessita' e la bellezza del mondo che ci circonda!

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Spesso noi scienziati veniamo visti con occhio diffidente. Come se studiassimo ed incentrassimo la nostra vita su qualcosa di bizzarro, da cui sarebbe meglio stare lontani, che dovrebbe quasi intimorire.

Un'altra accusa che ho sentito lanciare generalmente verso questo gruppo a cui pian piano mi ritrovo ad appartenere sempre di piu', e' quella che "sviliamo la natura, il creato, l'esistenza, e tutto cio' che esiste, banalizzandolo, riconducelo ad una o piu' sterili formule matematico-fisico-chimiche".

Evidentemente il fatto che bisogna passare anni a studiare, prima di avvicinarsi soltanto ad un comprensione minima di cio' che e' il mondo che ci circonda, non suggerisce che non e' propriamente cosi' .

Chi non riesce ad ammirare la bellezza di un qualcosa, non conoscendolo, magari guardandolo con disprezzo e superiorita', non dovrebbe accusare e puntare il dito contro chi invece ha gli occhi adatti per riuscire in tale impresa.
Cio' che molti chiamano "formule matematiche" o "disegnini chimici" o "geroglifici incomprensibili", sono un indicatore di un qualcosa di piu' vasto e profondo. Sono un linguaggio, un modo attraverso cui leggere, interpretare e magari comprendere la realta' che ci circonda; questo a partire dalla semplice lista della spesa, alla descrizione dei mutamenti della vera essenza della materia stessa.

A molti potranno sembrare "sterili", ma non per questo lo devono essere per tutti.

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Il profumo di un prato appena tagliato mi ha fatto realizzare un qualcosa di apparentemente banale.
Si taglia l'erba perche' continua a crescere.

Si taglia, lei continua a crescere.

Da un punto di vista caratteriale, non posso che ammirare un comportamento del genere.

Sfido chiunque non abbia delle discrete basi scientifiche ad essere stupito del fatto che l'erba cresca.
Abbiamo idea di cosa effettivamente succeda? Cosa ci sia dietro a questo "semplice" fenomeno?

Le piante, che riescono a raccogliere ed immagazzinare l'energia del sole come noi stiamo tentando di fare da svariate decine da anni senza avvicinarci alla loro efficienza, tramutano acqua, anidride carbonica e nutrienti (zuccheri, amminoacidi...) raccolti dall'aria e dal terreno in strutture polimeriche incredibilmente lunghe e complesse che noi chiamiamo "foglie", "corteccia", "rami", "radici", "petali". E questa e' solo la parte piu' superficiale!

Un processo tale non ha nulla da invidiare alla costruzione di un qualcosa di tanto epico come il Pantheon, il Partenone e il Colosseo!
Cio' che e' necessario per passare da costituenti "banali" come quelli su citati, a strutture cosi' magnificamente complesse e' un qualcosa di stupefacente...


Nessuno dica che la scienza svilisce l'universo che ci circonda. Se davvero tutti ci aprissimo a questa possibilita', proprio attraverso un linguaggio e delle conoscenze scientifiche, arriveremmo ad ammirare e riverire perfino le piu' semplici delle cose.

E intanto, io mi innamoro del mondo attorno a me.

mercoledì 28 aprile 2010

Focus

Sto passando un periodo che mi sono probabilmente andato a cercare da solo.

Non rimpiango la serie di scelte fatte. Le esperienze che ho vissuto e sto vivendo mi stanno aiutando molto, formandomi dal punto di vista personale e professionale.

Al momento mi ritrovo senza alcun amico nel raggio di svariate migliaia di miglia; non ho una ragazza al cui fianco stare, e che stia al mio. Non ho trovato alcuna attività sportiva che risvegli il mio interesse.

L'unico aspetto che posso coltivare in questi mesi - oltre al confronto con altre persone di mentalità e cultura di impronta differente - è quello culturale e di preparazione dal punto di vista scientifico.

E sia. Imparerò tutto ciò che potrò imparare, sperimenterò tutto ciò che potrò sperimentare, studierò ciò che avrò la possibilità di studiare.

Non sono il tipo che sta a piangersi addosso, o che si lamenta, specialmente sapendo che sono state le mie decisioni a portarmi dove sono ora. L'allontanamento emotivo prima ancora che fisico dalla mia ormai ex-ragazza, la difficoltà del mettermi in contatto con i miei amici a causa del fuso orario, l'alta improbabilità di poter tornare nel posto che più si avvicina a "casa" fintantoché questa esperienza non sarà conclusa.
Ho sempre saputo che tutto ciò sarebbe stato presente. Speravo magari che su qualche altro fronte le cose sarebbero andate meglio, qui, ma ero cosciente del rischio che non prendessero quella strada.

Ma non ce la farei a stare dei mesi senza avere un focus, un obiettivo, una motivazione. Mi sembrerebbe di essere sballottato in balia degli eventi, perdendo del tempo della mia vita e giovinezza. E per quanto mi piaccia godere del tempo libero e rilassarmi, l'ozio ed il perdere tempo sono cose differenti.

Per cui, mi concentrerò su ciò che ho di tangibile davanti a me. Non voglio arrivare a pentirmi di non aver sfruttato delle opportunità più uniche che rare.

domenica 25 aprile 2010

Enough


Capitano momenti, giorni o periodi tristi. Momenti in cui le lacrime ti riempiono gli occhi fino a che questi non sono ricolmi di esse. Momenti in cui non vorresti fare altro che urlare con tutto il fiato che hai in corpo. Momenti in cui vorresti semplicemente lasciarti cadere, e non pensare più.

E' normale.

Però...
Però non è detto che si debba accettare la cosa.
Non è detto che ci sia la necessità di accettare l'essere così triste, scosso e furioso.

"Kanashimi ikari chikara ni kaete": trasformiamo questa tristezza e rabbia in forza.
Serriamo la mascella.
Socchiudiamo gli occhi.
Stringiamo i pugni.
Aggrappiamoci a ciò che di saldo c'è in noi e nella nostra vita.

E sorridiamo, tenendo lo sguardo alto e fiero. Quando le cose vanno male, non c'è nulla di così soddisfacente, gratificante e glorioso come il guardare la situazione dritta in faccia, a volto alto, e sorridere di un sorriso profondo, sincero e convinto.

Non mi farò abbattere. Non da così poco.

A volte è necessaria la forza di dire: "è abbastanza!"

venerdì 23 aprile 2010

Summa

Ed eccomi qui, dall'altra parte del mondo rispetto a dove sono nato e cresciuto, affrontando ogni giorno quesiti ed argomenti che fino a qualche anno fa' mi sarebbero parsi "gibberish".

Ricordo quando, con uno dei miei piu' cari amici, si stava seduti in macchina, bevendo una birra, e immaginando cosa il futuro ci avrebbe riservato. Eravamo agli ultimi anni delle superiori, allora, armati di tanti bei sogni e desideri, ma di meno spirito pratico.

Devo ammettere che nemmeno dopo centinaia di tentativi sarei riuscito ad immaginare una situazione simile a quella attuale. Avendo appreso tutto quello che ho appreso, avendo vissuto tutto cio' che ho vissuto, avendo preso le decisioni che ho preso.

E' buffo. Mi ritrovo a ridere al pensare a quel ragazzino di 17-19 anni, per cui il solo andare via dalla sicilia era una grande conquista. Mi sembra un po' come quando si vede un bambino restare sorpreso per eventi di tutti i giorni.
La cosa mi fa sentire piu' vecchio di quanto in genere mi senta.

Dentro mi sento spesso come un ragazzo che non ha ancora realizzato nulla, e che ha ancora un universo di cui fare esperienza e da apprendere. Altre volte, specialmente al confronto con alcune persone, mi sento particolarmente precoce, come se fossi saltato direttamente alla fase adulta senza godermi le bellezze spensierate che l'adolescenza puo' garantire a chi la abbraccia.

E come un raggio di sole che fende le nubi, il pensare a tutto questo mi fa realizzare un qualcosa. Un desiderio, un qualcosa che io voglio.
Voglio godere di tutte le giornate che trascorro, dallo stare in laboratorio, al chiacchierare con amici o sconosciuti, al passeggiare, al fare nuove esperienze, allo restare in casa. Voglio imparare ad apprezzare quello che faccio e vivo, e nel caso non ne fossi capace, allora trovare qualcos'altro che sia in grado di farmi sorridere.

Proposito molto vago... ma un viaggio di mille miglia inizia sempre dal primo passo.

martedì 20 aprile 2010

Volontà, lotta tra desideri innati e impiantati

Credo un blog possa fornire una possibilità che altrimenti alcune persone a volte non si permetterebbero.
Il soffermarsi a pensare. A come sia andata la giornata, a quello che ci dà da pensare, a ciò che ci preoccupa, a ciò che ci ha spaventato, a ciò che ci ha dato gioia.

Siamo sempre di fretta, o anche se ci concediamo delle pause, raramente si rivolge l'attenzione interiormente.

Un tempo ero solito farlo spesso, riservarmi del tempo costantemente per osservare fuori e dentro di me. L'intenzione di riprendere questo blog sorge da questo motivo. Ce ne sono molti altri, ma questo è il mio proposito conscio.

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Ultimamente, incentivato da eventi vissuti in prima persona e da esperienze altrui con me condivise, mi sto ritrovando a rivalutare - se non riconsiderare interamente - ciò che voglio.

Credo ci sia un marcato distacco tra ciò che davvero vogliamo, e ciò che crediamo di volere. Complici le fantasie, le speranze e le paure, raggiungere l'immagine di ciò a cui aneliamo e afferrarla può risultare estremamente difficile.

Vi siete mai fermati qualche minuto - fermati - magari davanti ad un tazza di caffé, o magari del buon whiskey, a chiedervi: "cosa voglio davvero?"?

Io lo sto facendo. A dire il vero, lo sto facendo da un po' di tempo.

La mia risposta è: non lo so.

Buffo, per lo meno per il sottoscritto. Sono sempre stato estremamente focalizzato in quello che facevo, raramente lasciando che le radici del dubbio raggiungessero le mie. Ho sempre avuto degli obiettivi ben chiari davanti a me, ed ho mostrato una costanza ed una tenacia che alcuni hanno ammirato, ma che a me non sono mai parse sufficientemente adeguate.

Eppure, raggiungendo quei traguardi, ho potuto assistere ad un qualcosa di... bizzarro.
Le persone nella mia vita erano più soddisfatte e felici di me, come se fossero più coinvolte nella situazione di quanto lo fossi - paradossalmente - io.

Ottima carriera accademica, easy to talk to, l'idolo dei genitori delle ragazze al cui fianco ho deciso mai di stare, capace di entrare a far parte di un gruppo con relativa facilità presupposto l'interesse iniziale...
Eppure... nulla. Tranne forse un sorriso, tutto questo non mi lascia nulla dentro.

Ecco il motivo per cui sto mettendo in dubbio se tutto ciò coincide davvero con quanto voglio io. Mi sto rendendo conto di come molte cose non sono state effettivamente mie scelte, come ho sempre pensato, ma sono state in me impiantate dalle aspettative e dai sogni altrui.
Credo sia per questo che mi senta così "spettatore" della mia vita, così poco coinvolto.

Al momento credo di sapere ciò che io vorrei, ma purtroppo rientra solo remotamente in mio potere ottenerlo. Molto sta a ciò a cui momentaneamente mi riferirò come Destino.

Per il resto, continuare a cercare...



E voi... cosa volete...?

domenica 18 aprile 2010

Realizzazioni

E' buffo come molti di noi siano sottoposti a scelte simili o uguali, ad un certo punto della propria vita.

Ed è interessante vedere come le altre persone affrontano la scelta che tu stesso hai affrontato.
Ovviamente le situazioni non sono mai esattamente le medesime, per cui non si può vedere "come sarebbe andata se avessi preso un'altra decisione". Sarebbe decisamente interessante, ma non è possibile.

Quello che ho da tempo smesso di fare, è tentare di convincere gli altri a prendere decisioni che io ho preso, o che prenderei.
Non è detto che perché io ne fossi convinto, per loro sia la cosa migliore. Non solo, non lo trovo granché corretto nei confronti delle persone, specialmente dei miei amici. Una cosa è se mi chiedessero esplicitamente come mi comporterei in una determinata situazione (per quanto poco accurato possa essere un qualcosa del genere: sai con certezza come ti comporterai in una situazione solo quando ti ci ritroverai), un'altra è quando con lo sguardo o con le parole cercano consiglio.

In quel caso, quello che mi sono ritrovato spesso a fare - a volte senza nemmeno rendermene conto, prima che mi venisse detto dalle stesse persone - è il mettere davanti ai loro occhi un paio di cose.

Innanzitutto: nonostante la nostra mentalità occidentale ci porti con naturale semplicità a ricondurre le scelte a due opposti estremi, quasi sempre la cosa non è così rigorosa. Abbiamo davanti a noi infiniti universi di possibilità davanti a noi.

Un'altra cosa è il tentare di comprendere le immediate conseguenze di ognuna delle scelte possibili. Può sembrare sciocco; alla fine tutti abbiamo abbastanza buon senso per vedere certe cose.
Certo però che quando si è in mezzo ad una burrasca emotiva, il vedere con chiarezza ad un palmo dal proprio naso può divenire difficoltoso.

"Quando piove a monte del fiume, nel suo corso appare la schiuma. Per guardarlo, aspettate sinché le acque non tornino calme", scrisse Sun Tzu.
In casi del genere, qualcuno che ti stia al fianco può aiutarti a vedere ciò che tu da solo non vedresti. Sottolineo "al fianco", non "davanti".

Alcune persone preferiscono che le decisioni vengano prese dagli altri.
Ma quando questo accade, possiamo star certi che in quasi la totalità dei casi, le persone sceglieranno ciò che è meglio per loro stesse. La cosa può coincidere con il bene di chi cede il proprio potere decisionale, ma può anche non farlo.

Sono convinto che tutti abbiamo delle forti capacità di scegliere ciò che davvero vogliamo. Solo che a volte è davvero difficile ascoltare il nostro io profondo, un po' perché le voci degli altri sono assordanti, un po' per paura. Paura di prendere la decisione sbagliata e non avere nessun altro da biasimare se non noi stessi; paura di non essere all'altezza; paura di fallire agli occhi nostri o di qualcun altro.

"Conoscere gli altri è intelligenza, conoscere se stessi è saggezza. Avere padronanza degli altri è forza, avere padronanza di se stessi è vero potere"

venerdì 16 aprile 2010

Still Wandering

Lungo tempo è passato dall'ultima volta che mi sono fermato a scrivere qui.

Una relazione importante nata, cresciuta e morta.
Altre create e coltivate, ed in continua ascesa.
Altre ancora riprese.

A volte resto stupito da ciò che una brutta esperienza può farti realizzare, se hai gli occhi e la volontà per vederlo, e il coraggio necessario per ammetterlo a te stesso.

A volte quello che è per te necessario è proprio un'esperienza triste e distruttiva.
Ma si sa, per costruire qualcosa, a volte bisogna prima distruggere ciò che c'era prima. Non bello, forse, ma a volte necessario.

Intanto continuo su questa strada che un po' io ho scelto, un altro po' è stata imposta, nella costante battaglia tra quello che vuoi davvero, e quello che hai sempre creduto di volere.

Non si può ragionare con i propri desideri, ma si possono scegliere le proprie azioni.