giovedì 1 febbraio 2007

Scoperta promettente fonte energetica pulita e rinnovabile

Come da titolo: a quanto pare i nanotubi al carbonio - fino ad oggi usati prettamente come conduttori o semiconduttori (caratteristica che in questo caso varia in funzione del diametro e del carattere chiralico del nanotubo) - se irraggiati da semplice luce solare [luce nella regione del visibile, per essere più specifici] sono capaci di convertire tale radiazione in energia, anche elettrica.

Per chi non ha presente cosa possa essere un nanotubo al carbonio, immaginate un lungo (relativamente) tubo costituito da esagoni tutti attaccati l'un l'altro, ai cui vertici vi sono atomi di carbonio; dove la struttura viene a chiudersi c'è un'alternanza di esagoni e pentagoni (come in un pallone di calcio, se volete).

I ricercatori dell'università di Roma Tor Vergata e del Dipartimento di tecnologie e Salute dell'Istituto Superiore di Sanità hanno ossercato come, a livello "esteriore", il funzionamento di questi nanotubi al carbonio sia pressoché uguale a quello delle celle solari in silicio. Ma con una differenza: il costo di produzione. Il costo dei nanotubi di carbonio è significativamente inferiore a quello delle celle solari sopra citate.

Sembra una nuova miniera d'oro, specie dato il periodo che si sta attraversando globalmente parlando; e il fatto che siano stati i ricercatori italiani a compiere questa scoperta mi rende orgoglioso e speranzoso (ricordiamo come l'Italia dipenda per oltre un abbondante 80% dall'energia straniera).

Beh... staremo a vedere. Speriamo che vengano stanziati dei significativi fondi per approfondire questo campo: ne avremmo davvero bisogno!

Articolo Nanotubi, Newton

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